Confcommercio agli Stati Generali mette pressione al Governo Conte: “Potrebbero chiudere 270mila imprese”

La situazione economica del nostro paese è appesa ad un filo e, nonostante gli annunci degli scorsi mesi, gli aiuti paventati dal governo stentano ad arrivare. Proprio nella giornata di ieri il premier Giuseppe Conte ha incontrato anche la Confcommercio agli Stati Generali e l’associazione ha prontamente esposto la reale condizione dell’Italia.

“Queste giornate di confronto sulle scelte – afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli -, sulle regole, sulle politiche per far crescere di più e meglio il Paese, si devono tradurre rapidamente in risultati concreti perché le imprese vivono purtroppo ancora in emergenza. Questo è il nostro auspicio”.

La crisi dei commercianti è sempre più tangibile e la rapidità relativa agli interventi di supporto risulta essere la priorità. Se gli ausili per le imprese non arrivassero in tempo le conseguenze sarebbero catastrofiche per l’intera nazione.

“Servono risposte urgenti soprattutto su crisi di liquidità – prosegue Sangalli -, estensione delle moratorie fiscali, eccesso di burocrazia, riduzione della pressione fiscale e del costo del lavoro. Il tempo sta per scadere e c’è il rischio di una tempesta perfetta che, tra aumento dei costi e crollo dei consumi, potrebbe far chiudere 270mila imprese con la perdita di oltre un milione di posti lavoro”.

La chiusura delle imprese genererebbe, non solo l’ovvia perdita del lavoro per migliaia di persone, ma anche lo sconforto più totale negli italiani che in questi mesi hanno sempre denunciato le mancanze dell’esecutivo e nello specifico l’eccessiva burocratizzazione. Sembra logico pensare che se gli aiuti ci sono la questione delle tempistiche burocratiche, considerando l’emergenza reale che potrebbe compromettere il sistema economico nazionale, dovrebbe passare in secondo piano. Altrimenti…

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